Riunione con il personale, ricordiamo l’importanza di formalizzare per iscritto gli argomenti trattati e le nuove procedure da adottare, così come previsto dall’art. 35 del D.lgs 81/08, per:

  • Fare il punto della situazione ed aggiornare DVR (ordine riunione dipendenti – vd allegato 1 ANDI)
  • Al fine di garantire una ripresa dell’attività in sicurezza, è necessario fare una valutazione dei DPI presenti
  • Predisporre cartello alla porta dello studio indicante le modalità di accesso (vd – allegato 4 ANDI) inserire dopo camici mono uso : idropellenti e TNT Camice idrorepellente”
  • Formare il personale addetto, dando indicazioni anche in merito alle differenze tra virus, batteri, miceti e spore.
  • E’ fondamentale aggiornare il personale in merito ai vari prodotti disinfettanti e procedure; di seguito riportiamo un estratto che indica i principali prodotti che hanno capacità di inattivare il virus
  • Potrebbe velocizzare le procedure e fare chiarezza al personale addetto alla pulizia, redigere una planimetria dello studio in cui si evidenziano le zone di maggiore e minor rischio (ad esempio, il locale OPT ha un livello di contaminazione differente della sala operatoria) per valutare poi le attrezzature e i prodotti specifici da utilizzare.

Sarà utile organizzare più momenti di riunione con tutti il personale dello studio per aggiornare le procedure.

In questo momento è fondamentale il ruolo del RSPP per informare i dipendenti ed attivare linee guida condivise.

APPROFONDIMENTO PRINCIPALI PRODOTTI DISINFETTANTI

(ripreso dal testo “ le buone prassi igieniche nei confronti di SARS COV-2 dell’associazione ANID”)

Innanzitutto è bene sapere che SARS-CoV-2 è ancora in fase di studio e non sono ancora completamente note sia alcune modalità di trasmissione sia la sua resistenza nell’ambiente.

ALCOOL

Solitamente si utilizza sotto forma di alcool etilico o di alcool isopropilico. Entrambi possiedono attività battericida. Inoltre sono tubercolocidi, fungicidi e virucidi. Non hanno alcuna azione sulle spore batteriche. La loro attività si esplica rapidamente quando diluiti in acqua alle concentrazioni comprese tra il 60 ed il 90%.

L’alcol etilico (70%) è quindi un potente germicida ad ampio spettro. L’alcool è spesso usato per disinfettare piccole superfici. Poiché infiammabile, è opportuno limitarne l’uso e utilizzarlo solo in spazi ben ventilati ed in assenza di impianti elettrici o a motore in funzione. L’uso prolungato e ripetuto dell’alcol etilico può causare scolorimento, rigonfiamenti, indurimenti e screpolature sulle superfici di gomma e di alcune materie plastiche. L’alcool è considerato attivo nei confronti di SARS-CoV-2.

CLORO

Solitamente utilizzato nella forma di ipoclorito sia liquido (ipoclorito di sodio) sia solido (ipoclorito di calcio). L’ipoclorito di sodio è normalmente utilizzato in soluzione tra il 5% ed il 6% che prendono il nome di candeggina. I vantaggi nell’uso di tali soluzioni sono l’ampio spettro di attività antimicrobica ed il costo molto contenutoTra gli svantaggi si ricorda che la candeggina può lasciare dei residui tossici per l’ambiente se utilizzata in grande quantità ed in maniera impropria (sviluppo di gas tossici in presenza di alcali o acidi) nonché perdere la propria attività antimicrobica in presenza di acqua dura e di sostanza organica. Inoltre risulta corrosiva per i metalli ed è poco stabile nel tempo. Per tale motivo deve essere conservata in contenitori opachi ed utilizzata nel più breve tempo possibile.

L’ ipoclorito di sodio è un disinfettante efficace ma è facilmente inattivato dal materiale organico. La candeggina per uso domestico è ampiamente disponibile a basso costo ed è consigliata per la disinfezione delle superfici. Tuttavia, la candeggina irrita le mucose, la pelle e le vie respiratorie e reagisce facilmente con altri prodotti chimici. Pertanto, la candeggina deve essere usata in ambienti ventilati, con ricambio di aria e coerentemente con le linee guida in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

L’ipoclorito di sodio è considerato attivo nei confronti di SARS-CoV-2 nella concentrazione compresa tra lo 0,1 e 0,5%

OSSIGENO ATTIVO

Si prenderanno in considerazione il perossido d’idrogeno, l’ozono e l’acido peracetico. L’azione disinfettante è legata alle capacità ossidanti dell’ossigeno.

PEROSSIDO D’IDROGENO

Possiede un’elevata attività germicida ed è considerato battericida, virucida, sporicida e fungicida a seconda delle concentrazioni d’utilizzo. La soluzione al 3% è quella più comunemente utilizzata ed è stabile nel tempo se conservata in contenitori opachi. È considerato poco tossico per l’ambiente in quanto velocemente degradato in ossigeno ed acqua. Il perossido d’idrogeno è considerato attivo nei confronti di SARS-CoV-2.

OZONO

L’ozono è una molecola costituita da tre atomi di ossigeno che la rendono per questo un prodotto efficace nella disinfezione grazie alle spiccate capacità ossidanti. Il Ministero della Sanità con protocollo del 31 luglio 1996 n°24482, ha riconosciuto l’utilizzo dell’ozono nel trattamento dell’aria e dell’acqua, come presidio naturale per la sterilizzazione di ambienti contaminati da batteri, virus, spore, muffe ed acariPuò essere utilizzato sotto forma di gas per la disinfezione di ambienti, sia sotto forma di acqua ozonizzata per la disinfezione di superfici e materiali. Non lascia residui ed ha bassa emivita. Anche se non vi sono dati a supporto, considerando la forte azione ossidante, l’ozono può essere considerato attivo nei confronti di SARS-CoV-2. Tuttavia essendo nocivo se inalato deve essere gestito con le dovuto precauzioni.

ACIDO PERACETICO

L’acido peracetico è prodotto solitamente in concentrazioni di 5-15%. Possiede un’eccellente e rapida attività nei confronti di tutti i microrganismi anche in presenza di materiale organico. Ne consegue un basso impatto ambientale. L’acido peracetico è un ossidante molto potente; il potenziale di ossidazione supera quello di cloro e diossido del cloro. È usato principalmente per la sterilizzazione di strumentario medico e nella disinfezione dei liquami. Possiede attività corrosiva sui metalli ed è instabile nel tempo, per questo il suo utilizzo per la disinfezione su grandi superfici è da valutare caso per caso. Anche se non vi sono dati a supporto, considerando l’azione ossidante, l’acido peracetico può essere considerato attivo nei confronti di SARS-CoV-2.


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